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VIDEOCITTÀ 2024: il 5 e 6 luglio la VIDEOARTE con Camille Henrot, Bjørn Melhus, Sahej Rahal

VIDEOCITTÀ 2024
Il festival della visione e della cultura digitale.

VII edizione

5-6-7 LUGLIO 2024

Complesso Eni del Gazometro Ostiense| ROMA
Via del Commercio 9/11 – Roma

Venerdì 5 e sabato 6 luglio 2024, ore 19.00
Installazione di Sahej Rahal

Sabato 6 luglio 2024, ore 21.00

Luca Lo Pinto
direttore artistico del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma

incontra

Camille Henrot e Bjørn Melhus

 

Bjørn Melhus _Freedom&Independence_Still

Camille Henrot

 

 

Tra la Terrazza del cilindro G3 e l’Opificio 41 del Gazometro di Roma, prenderà forma la rassegna dedicata alla Videoarte curata da Damiana Leoni e Rä di Martino, di Videocittà 2024.

Il 5 luglio si comincia con l’installazione interattiva di Sahej Rahal, narratore di Mumbai le cui installazioni, film e performance intrecciano fatti e finzione, leggende locali e fantascienza per creare delle contro-mitologie in divenire. Il giorno successivo, il 6 luglio, presso la Terrazza G3, arrivano due ospiti di fama internazionale: Camille Henrot in partnership con l’Ambasciata di Francia, Leone d’argento alla 55a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia,  si muove senza soluzione di continuità tra film, pittura, disegno, bronzo, scultura e installazione, coniugando arte e vita quotidiana per mettere in discussione cosa significhi essere un individuo privato e un soggetto globale;  e in collaborazione con Villa Massimo, Bjørn Melhus, artista visivo di fama internazionale la cui carriera copre 3 decenni, con mostre in istituzioni quali la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il Museum of Modern Art di New York.

Gli appuntamenti sono anticipati da un talk moderato da Luca Lo Pinto, Direttore artistico del MACRO – Museo d’Arte Contemporaneo di Roma.

 

Gli artisti

Sahej Rahal, India 1988

È un artista indiano, un narratore che intreccia fatti e finzione per creare contro mitologie che interrogano il presente. Il mondo mitologico di Rahal prende forma in sculture, performance, film, dipinti, installazioni, videogiochi e programmi AI, che crea attingendo a fonti che vanno dalle leggende locali alla fantascienza, realizzando scenari in cui esseri indeterminati emergono dalle crepe della nostra civiltà. Ha partecipato a mostre collettive e personali in tutto il mondo, tra cui la Biennale delle Immagini in Movimento presso il Centre d’Art Contemporain a Ginevra, la Biennale di Gwangju, la Biennale di Liverpool, la Biennale di Kochi, la Biennale di Vancouver, il Museo MACRO di Roma, Kadist SF, ACCA Melbourne e CCA Glasgow.

Il progetto che porta a Videocittà Anhad (2023) è una simulazione interattiva di intelligenza artificiale in cui chimere cibernetiche si confrontano con i limiti della scala umana e l’infinità del canto. Al primo approccio, gli spettatori incontrano una creatura controllata dall’intelligenza artificiale che vaga in una foresta digitale. Gli arti guidati dall’intelligenza artificiale di questo essere tripedale portano note registrate di musica indostana, che si sprigionano mentre l’essere si muove nella flora virtuale. Il feedback audio proveniente dal mondo esterno interrompe la creatura, cambiandone i movimenti e modulando di conseguenza la musica. Questo continuo gioco di suoni tra il mondo fisico e quello virtuale permette ad Anhad di generare una canzone modulabile all’infinito.

Camille Henrot, Francia 1978

Negli ultimi vent’anni Camille Henrot ha sviluppato una pratica acclamata dalla critica, che comprende disegno, pittura, scultura, installazione e film. Ispirato dalla letteratura, dai mercatini dell’usato, dalla poesia, dai cartoni animati, dai social media, dall’auto aiuto e dalla banalità della vita quotidiana, il lavoro di Henrot cattura la complessità del vivere sia come individui privati che come cittadini globali in un mondo sempre più connesso e sovrastimolato.

A Videocittà presenta il suo lavoro più famoso, con cui ha vinto il Leone d’Argento alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2013, Grosse Fatigue (2013). Il progetto è stato realizzato nel quadro dello Smithsonian Artist Research Fellowship Program a Washington, istituto dedicato allo sviluppo delle conoscenze scientifiche.

Il film è ambientato sullo schermo di un computer, in cui segni, testi, immagini e suoni fungono da coreografia. L’opera diventa un’esperienza fisica. Attraverso salvaschermi e finestre Windows pop-up, il film espone il caos del web con una grandissima ambizione: quella di sovrapporre tutti i racconti scientifici, storici, mitologici, artistici, antropologici legati alla genesi e all’evoluzione del mondo. La colonna portante di Grosse Fatigue è un lungo testo, scritto insieme allo scrittore Jacob Bromberg, recitato in “spoken word”, antenata della musica hip-hop, e declamato da Akwetey Orraca-Tetteh sulla base di una colonna sonora slam beat composta da Joakim Bouaziz.

Mentre Tuesday (2017) è un film che intreccia immagini di cavalli da corsa che corrono, respirano e si fanno pettinare con altre che mostrano praticanti lottatori di jiu jitsu al rallentatore quando si allenano sui tappetini prima di una partita. Il martedì sovverte la competizione e la sostituisce con la contemplazione passiva e un’esagerata sospensione del movimento e dell’azione.

E per finire sarà presentato il clip In the Veins il nuovo film sul quale sta lavorando Camille Henrot che parla della crisi climatica, e più specificamente del nostro rapporto umano con la fauna selvatica e l’estinzione di massa (come uno degli aspetti della crisi).

Oltre alla Biennale Arte di Venezia ha esposto in molti musei, gallerie e istituti internazionali. La sua installazione più acclamata è forse The Pale Fox alla Chisenhale Gallery di Londra che, prendendo spunto da Grosse Fatigue, mostrava l’ampiezza della sua diversificata produzione. Nel 2017, il Palais de Tokyo le ha dato carte blanche e Camille ha presentato la sua più grande mostra Days Are Dogs. Ha ricevuto il Nam June Paik Award 2014 e l’Edvard Munch Award 2015, e ha partecipato, tra le altre, alle Biennali di Lione, Berlino, Sydney e Liverpool. Ha esposto in tutto il mondo tra cui al New Museum di New York, allo Schinkel Pavilion di Berlino, alla Fondazione Memmo a Roma, alla Tokyo Opera City Art Gallery in Giappone, al National Gallery of Victoria di Melbourne in Australia. E recentemente al Middelheim Museum (2022), Munch Museum (2022), Lokremise St. Gallen (2023) e Fondazione ICA Milano (2023).

Bjørn Melhus, Germania 1966

Bjørn Melhus: media artist tedesco-norvegese di fama internazionale, 30 anni di carriera alle spalle con mostre nelle più importanti istituzioni mondiali come la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il MOMA di New York, fra le altre.

Nel suo lavoro ridefinisce il rapporto tra mass media e spettatore in modo critico e originale. A Videocittà presenta il trittico TOMORROWS YESTERDAYS / post-pasts and pre-futures un viaggio dalla perdita dell’utopia alle visioni distopiche del capitalismo e infine alle possibilità di pensare nuove utopie. In particolare: Captain ambientato su un pianeta di cartapesta, esplora la perdita dell’utopia nei film di fantascienza e nei programmi TV dall’inizio degli anni ’70. Freedom&Independence mette in discussione l’attuale paradigma del capitalismo religioso confrontando le idee e le tesi con i contenuti evangelici dei film mainstream americani. Infine, in Resolution, un vecchio si muove su un letto attraverso un corridoio apparentemente infinito e racconta gli eventi storici degli ultimi 112 anni e come il 2022 sia diventato un punto di svolta per una nuova utopia, in cui gli esseri umani siano in grado di riparare il pianeta.

BIGLIETTERIA
Videocittà Anche quest’anno rinnova la partnership con DICE, piattaforma di ticketing e discovery mobile-only, mettendo a disposizione esperienze personalizzabili per famiglie, gruppi e agevolazioni per  disabili.

Link e QR Code Biglietteria

https://link.dice.fm/videocitta2024 

Ingresso: Via del Commercio 9/11 – Roma

Apertura porte e biglietteria per il pubblico dalle ore 18,30

Per Agorà il programma professionale di Videocittà apertura porte ore  10:00 e chiusura alle ore 18:00.

Enjoy e Lime sono mobility partner del festival, Videocittà ti invita a raggiungere la location con largo anticipo a piedi o con mobilità sostenibile.

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