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IL CONCERTO CHE VORREI nella Milano Music Week il 24 novembre con i SELTON: inclusione e accessibilità dentro e fuori dal palco

KeepON Live presenta

“IL CONCERTO CHE VORREI”
IL PROGETTO PER L’INCLUSIONE E L’ACCESSIBILITA’
DEI CONCERTI CONCLUDE IL SUO TOUR A MILANO

Domenica 24 novembre, Santeria Toscana 31
con i SELTON (sold out)

Per la data milanese:
giubbotti vibranti Woojer Vest per persone sorde o con disabilità uditiva.

L’evento è nell’ambito della MILANO MUSIC WEEK 

Selton – Credit Simone Biavati

Santeria Toscana 31 –  foto di archivio (fonte Ufficio Comunicazione)

 

 

 

Un live inclusivo e accessibile che dia a tutte e tutti – allo stesso modo – un’identica opportunità di fruizione e condivisione.
Nasce con questi obiettivi “Il concerto che vorrei”, il progetto ideato da KeepOn LIVE, la rete associativa di spazi di musica dal vivo, che domenica 24 novembre alle ore 21.30 arriva alla Santeria Toscana 31, a Milano, per l’ultima data di un tour inaugurato ai Candelai (Palermo) e proseguito al ROBOT Festival (DumBO, Bologna) e poi al Monk (Roma).

L’evento, che si inserisce nel cartellone della Milano Music Week 2024, vede i SELTON in concerto, già sold out, per la seconda data speciale che anticipa il loro tour 2025.

“Il Concerto che vorrei” è un percorso durato due anni che per la prima volta coinvolge insieme tre soggetti dell’industria musicale: pubblico, artisti e addetti ai lavori. L’obiettivo è cambiare concretamente l’approccio dentro e fuori dal palco basandosi su tre pilastri: diversity, ovvero una programmazione e una divulgazione comunicativa inclusiva; gender equality nella programmazione, nei ruoli professionali e nella divulgazione comunicativa; disabilità, ovvero l’accessibilità degli spazi e l’adozione di un codice comportamentale inclusivo.

Per la data del 24 novembre, “Il Concerto che vorrei” sperimenta un’azione per persone sorde o con disabilità uditiva che potranno provare un’esperienza di suono immersiva e reale grazie a 4 giubbotti Woojer Vest messi a disposizione gratuitamente con un contest che verrà promosso nei prossimi giorni, via web e social, dal live club di Viale Toscana 31. Info su https://www.santeria.milano.it/ e su https://www.instagram.com/santeriamilano/
L’attivazione dei giubbotti per la data milanese è anche frutto del lavoro di rete portato avanti da KeepON Live nell’ambito del Concerto che vorrei, che ha messo in connessione il MONK di Roma – dove l’utilizzo dei giubbotti è stato ormai previsto in modo permanente – con la Santeria di Milano, la quale ha accolto con entusiasmo l’iniziativa.
È solo una delle tante azioni concrete che si possono introdurre in tema di accessibilità, ancor più necessaria in una settimana importantissima come quella della Milano Music Week in cui la musica è centrale. – dichiara Federico Rasetti, Direttore di KeepOn Live e de Il Concerto che Vorrei.

Per noi offrire l’opportunità a più persone di partecipare ai nostri concerti e renderli più accessibili significa creare un senso di appartenenza sociale e contribuire alla costruzione di un’educazione sentimentale condivisa. Portare la musica e altre forme d’arte a un pubblico sempre più ampio è un obiettivo fondamentale per migliorare la società che ci circonda. Per vivere davvero il futuro, dobbiamo imparare ad abitarlo. – aggiungono sul tema i Selton che sul palco del club milanese continuano il viaggio live del loro ultimo album GRINGO Vol.1 (in attesa del secondo capitolo) con la formazione a 5 e un palco che si caratterizza per una doppia batteria. Con loro le musiciste DANIELA MORNATI (tastierista e voce) e GIULIA FORMICA (batterista e voce).

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“Il Concerto che vorrei” è realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, il supporto di Equaly (la prima realtà italiana a occuparsi di uguaglianza di genere nell’industria musicale); Uildm (associazione di riferimento per le persone con distrofie e altre malattie neuromuscolari); CSV Milano (agente di sviluppo del volontariato e della cittadinanza attiva) e BAM! Strategie Culturali.

Il progetto vuole scardinare l’assunto che alcuni cambiamenti siano troppo difficili in termini di spesa economica, tempo, competenze e risorse umanedimostrando che concerti come questi, anziché essere fonte di preoccupazione, possano al contrario stimolare un nuovo approccio e generare soddisfazione tanto nel team di chi lavora nella musica quanto nel pubblico.

 

 

 

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