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ABBONDANZA\BERTONI: il 21 febbraio in Prima Romana al Teatro Palladium VIRO, la nuova creazione della pluripremiata compagnia

Il Centro Nazionale di Produzione della Danza
ORBITA|SPELLBOUND

presenta

COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI
VIRO

Prima romana

venerdì 21 febbraio, ore 20.30
Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
ROMA

in collaborazione con Fondazione Musica per Roma/Festival Equilibrio

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Ore 18.00

“Stillness Before Bach”: Danza e Musica nel Novecento incontro con Stefano Tomassini

Moby Dick Biblioteca Hub Culturale
Via Edgardo Ferrati, 3a

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Nell’ambito di
IN LEVARE
la stagione danza 2025 del
Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound

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(Compagnia Abbondanza\Bertoni_Viro_foto di Tobia Abbondanza)

Viro è l’ultima creazione dei maestri indiscussi del teatro danza italiano, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, in scena venerdì 21 febbraio alle ore 20.30 al Teatro Palladium nell’ambito di In Levare, l’unica stagione di danza contemporanea della Capitale, ideata e prodotta dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita | Spellbound con la direzione artistica di Valentina Marini.

Presentato per la prima volta a Roma in collaborazione con Fondazione Musica per Roma/Festival Equilibrio, Viro ha debuttato nel settembre 2024 all’Auditorium Melotti di Rovereto per Oriente Occidente Dance Festival, portando a compimento la trilogia della compagnia sull’identità, iniziata nel 2022 con Idem – Io contengo moltitudini, seguito nel 2023 da Femina– lo scorso anno nella stagione di Orbita| Spellbound- che ha ricevuto la nomination ai Premi Ubu nella categoria “Miglior spettacolo di danza 2023”.

Come ideale controparte maschile di FeminaViro esplora l’X e Y contemporaneo con un duetto formato da Cristian Cucco e Filippo Porro, a dare vita a una creatura tagliata in due che ignara dello scisma, amplifica sdoppiandosi, la sua natura eroicamente autocompiaciuta e depressa. Per Michele Abbondanza che cura la regia dello spettacolo, Viro è un moderno ferito centauro, contemporaneamente tata tatillo tatone (i tre nomi sono impiegati nella lingua napoletana per designare la figura paterna, seppur con alcune oscillazioni di significato), virile e virale perché splendidamente banale; bello, sbarbato e ben pettinato, bipolarmente orientato, trascina le sue due parti in una sinergica continuità fisicamente sgrammaticata; con velleitaria movenza elegantemente chip, sciorina buone maniere da social e nel tormento di un pressante ritmo sonoro, agisce i suoi tic gestuali senza mai scomporre il grigio canna di fucile della capigliatura.

Sulla scena completamente nera, con le luci di Andrea Gentili e le note dell’album Death of a Typographer di Byetone, al secolo Olaf Bender, tra i padri della musica techno, animatore della scena berlinese con Frank Bretschneider e Alva Noto, la composizione presa in prestito dalla realtà, evoca un tempo estraneo che sa di indeterminatezza, dove fa capolino un’ironia sottile e paradossale a commento di alcune ossessioni della contemporaneità. Spiega Antonella Bertoni che firma la coreografia.

Due danzatori in scena, uguali, specchi opposti che si confrontano. Due avatar rappresentanti della specie della mascolinità minuscola. Due “minuscolisti”. In aderenza continua alla musica elettronica di Byetone che nel suo essere quadrata impone il proprio ritmo al racconto, Viro è una partitura sociologica per leggere il nostro tempo e forse comprenderloin modo ambivalente come il teatro sa fare. Con Viro Compagnia Abbondanza/Bertoni conferma ancora una volta il personalissimo e riconoscibile vocabolario coreografico e umano della compagnia da loro fondata nel 1989, e ancora oggi tra le più prolifiche realtà artistiche italiane per le loro creazioni, per l’attività pedagogica e per il forte impegno nella divulgazione dei linguaggi del teatrodanza. Una danza che pone domande senza dare risposte, che smuove e fa vacillare senza offrire un sostegno, scalfendo in modo indelebile certezze e preconcetti per trasportare in un viaggio che avrà inevitabilmente esito incerto.

Lo spettacolo è preceduto alle ore 18.00 presso Moby Dick, Biblioteca Hub Culturale vicina al Teatro Palladium, da “Stillness Before Bach”: Danza e Musica nel Novecento, incontro con Stefano Tomassini, critico di danza e Professore Associato di studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia, che ricostruisce la ricezione coreografica della musica di J. S. Bach nel XX° secolo.

Crediti

di / by MICHELE ABBONDANZA e ANTONELLA BERTONI

coreografia / choreography ANTONELLA BERTONI

regia / direction MICHELE ABBONDANZA

con / with CRISTIAN CUCCO e FILIPPO PORRO

disegno luci / lithing desgin ANDREA GENTILI

direzione tecnica / technical direction CLAUDIO MODUGNO

musiche / music BYETONE – DEATH OF A TYPOGRAPHER

sound design GIACOMO PLOTEGHER 

consulenza musicale / musical consulting MARCO DALPANE

organizzazione, strategia e sviluppo / organization, strategy and development DALIA MACII

amministrazione e coordinamento / administration and coordination  FRANCESCA LEONELLI

comunicazione / communication ERIKA PARISE

ufficio stampa /  press office MARILÙ URSI

produzione / production COMPAGNIA ABBONDANZA/BERTONI

con il sostegno di / with the support of MiC – MINISTERO DELLA CULTURA, PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, COMUNE DI ROVERETO, FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO

con il contributo di / contributed by CASSA RURALE VALLAGARINA BCC

si ringrazia / thanks to DANIO MANFREDINI, NADEZHDA SIMEONOVA, ORLANDO CAINELLI

 

 

Info e prenotazioni

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https://orbitaspellbound.com