IN MY NAME. Above the show
In collaborazione con il Politecnico di Bari
presenta
MADE 514
Protagonista di un esclusivo live painting nel centro di Bari
Giovedì 26 e venerdì 27 settembre, Piazza del Ferrarese (Bari), ore 18
Sala Alta Tensione Poliba. A sx, in evidenza, gli spinterometri (2 sfere). Immagine di repertorio Poliba (1)
Giovedì 26 e venerdì 27 settembre in una delle piazze principali di Bari, Piazza Ferrarese, avrà luogo l’intervento artistico di live painting a cura di MADE514, urban artist e direttore artistico di IN MY NAME. Above the show. L’avvio è previsto il 26 settembre 2024 alle ore 18.
L’evento è realizzato grazie all’inedita e preziosa collaborazione tra il Politecnico di Bari e “IN MY NAME. Above the show”, la grande mostra-evento internazionale organizzata da Unlike Unconventional Events dedicata alla storia e all’evoluzione dell’Urban Art. La mostra a Monopoli fino al 3 novembre negli spazi rigenerati dell’Ex Deposito militare Carburanti, curata da Martina Cavallarin con Antonio Caruso e la direzione artistica di MADE514, rappresenta un viaggio nelle molteplici traiettorie e ricerche artistiche sviluppate da alcuni dei pionieri dell’Urban Art in Europa, coinvolgendo 17 artisti e presentando 155 fra tele e disegni, 2 opere in Virtual Reality, 18 tra sculture e installazioni, e 5 video. La collaborazione nasce a partire “dalla forte spinta che l’Arte compie nei confronti della riqualificazione urbana e della rigenerazione culturale nella mappatura delle città e dei siti periferici contemporanei”, dichiarano i curatori della mostra Martina Cavallarin e Antonio Caruso.
L’intervento artistico riguarderà due spinterometri, attrezzature scientifiche in disuso degli anni ‘70, di grande impatto scenico. Le due sfere cave, in alluminio-rame di circa 1,5 m di diametro, occupavano l’ampia sala-laboratorio dell’Alta Tensione (caduta in disuso negli anni ’90) afferente all’attuale Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione del Politecnico. Tali componenti erano utili alla misura diretta e agli effetti di tensioni impulsive, come quella dei fulmini (da 1 milione di volts) o di tensioni alternative della rete elettrica. Oggi non più reintegrabili alla loro funzione originaria, gli spinterometri diverranno così protagonisti di un intervento artistico il cui scopo sarà la restituzione a nuova vita degli oggetti, altrimenti da smaltire, che torneranno ad abitare la comunità accademica del Politecnico di Bari diventando un’installazione permanente.
L’artista MADE514, urban artist e Direttore artistico di “IN MY NAME. Above the show” anticipa: “Cercherò di rievocare la tensione che li percorreva. Gli spinterometri mi entusiasmano, mi piace che il mio coinvolgimento sia un atto oltre che performativo anche simbolico per le relazioni tra ambiti della ricerca umana così diversi ma anche così simili per tanti versi. Uscire dagli schemi, il pensiero laterale, l’intuizione, la visione, l’antagonismo all’ufficialità, l’ardire, la perseveranza, lo studio, la dedizione sono territori di confine che conquistiamo per noi stessi sotto il dictat di una tensione interna, che poi ricade su tutto ciò che ci circonda.”
L’iniziativa vuole presentarsi come un evento rivolto alla città, utile a favorire un rapporto trasversale di apertura dell’Ateneo verso il Territorio, anche attraverso la sperimentazione di nuovi registri e nuove modalità, all’insegna delle contaminazioni tra scienze dure e scienze umane, in grado di favorire la divulgazione scientifica dei contenuti della ricerca. “Si tratta di una connessione significativa tra la ricerca accademica e l’Urban Art che prende forma attraverso la live painting di un grande artista come Made514, offrendo una rappresentazione concreta dello stato attuale di questa disciplina”, sottolinea Paola Spinuso, CEO di Unlike Unconventional Events, società produttrice e organizzatrice della mostra “IN MY NAME. Above the show”.
“Attraverso l’arte – aggiunge il Rettore, Cupertino – vogliamo comunicare al territorio la nostra capacità di mettere insieme le conoscenze tecnico scientifiche con quelle umanistiche. Questa contaminazione tra i saperi sarà la chiave del successo per i professionisti del futuro. Nei prossimi anni avremo bisogno di competenze inedite, molto ibride, per governare la complessità delle nuove tecnologie”. E aggiunge la prof.ssa Mariangela Turchiarulo, delegata alla comunicazione istituzionale del Poliba: “Il Politecnico di Bari ha assunto, già da anni, il ruolo di motore di sviluppo della città, del territorio e dei suoi spazi, dando un importante contributo nelle politiche di programmazione urbanistica e di sviluppo per un ‘umanesimo scientifico’. Il nostro Ateneo vuole trasformare la città di Bari in un laboratorio urbano, uno spazio condiviso e inclusivo, animato da una comunità allargata, partecipe e consapevole nel quale la formazione, la cultura e le arti si incontrano favorendo contaminazioni tra le scienze”.
La collaborazione proseguirà attraverso un workshop a tema sulla progettazione urbana e le arti contemporanee, e un incontro con i curatori della mostra, gli studenti e il personale del Politecnico il 14 ottobre presso la sede espositiva di IN MY NAME. Above the show. “Siamo entusiasti di accogliere in visita gli studenti del Politecnico di Bari – conclude Paola Spinuso – poiché ciò ci permette di perseguire la missione educativa della mostra, volta a sensibilizzare e a coinvolgere tutte le generazioni che, nei mesi a venire, la visiteranno”.
IN MY NAME. Above the show
Fino al 3 novembre a Monopoli (BA) – Ex Deposito Carburanti, Via Arenazza 40
Info e biglietti: www.inmyname.art
www.facebook.com/inmyname.abovetheshow/
www.instagram.com/inmyname.abovetheshow/
Biografia MADE514
Writer di lungo corso prima che direttore artistico, per molti anni attivo anche nel mondo della grafica dell’illustrazione e del design della moda MADE514, inizia la sua attività nel mondo dei graffiti agli inizi degli anni ’90. Il suo lavoro si basa sulla ricerca del flow, sul movimento e la dinamica che si dividono tra composizione e gestualità del segno. La commistione tra lettering e figurativo, sua cifra stilistica insieme all’uso frequente di toni accesi e forti contrasti gli consente di produrre scenari dall’impatto visivo molto forte che porta l’opera a superare la barriera della bidimensionalità, con un eclettica sperimentazioni di materiali e tecniche.