Ecco che il Romaeuropa Festival dà il via alle danze del programma della ventinovesima edizione, con 52 appuntamenti per 118 recite da 19 paesi diversi.
Il programma è stato presentato all’Opificio Telecom Italia, sede della Fondazione, da Monique Veaute, Francesca Barracciu, Lidia Ravera, Michela Di Biase, Ercole Pietro Pellicanò Alain Fleischer e Fabrizio Grifasi, direttore Fondazione Romaeuropa.
Il Festival avrà inizio il 24 settembre e terminerà il 30 novembre prossimi, con appuntamenti che spazieranno dalla danza, al teatro, al circo, alle arti visive e alla musica, riempiendo quindici location sparse per tutta la Capitale, come l’Accademia Di Francia a Villa Medici, l’Auditorium Conciliazione, la Pelanda, i teatri Argentina, Brancaccio, Eliseo, Orologio, Piccolo Eliseo e Vascello.
Akram Khan e Israel Galván con Torobaka, una coreografia tra khatak e flamenco, apriranno la programmazione del Festival, per poi fare largo a Hofesh Shechter con Sun, Frédérick Gravel con la coreografia Usually Beauty Fails e Dada Masilo con una originalissima Carmen, una fusione tra danza africana e balletto classico.
Anna Lea Antolini curerà danza emergente italiana e internazionale con la rassegna DNA che quest’anno vedrà protagonisti i diversi linguaggi di Jefta Van Dinther e Thiago Granato, Louise Vanneste, Sharon Fridman, Claudia Catarzi, Arno Schuitemaker, Itamar Serussi, Daniele Ninarello, Manfredi Perego e tanti altri.
Dieci percorsi di laboratori pratici e teorici, talks e incontri con gli artisti coinvolgeranno i più diversi pubblici: studenti di università e accademie con i progetti IRIdico, L’altra Danza, DNA Memory_LAB e DNA Visioni, aspiranti fotografi con DNA pictures, ma anche bambini con DNA Juniors, e il grande pubblico con Coreographers Today e DNA words.
Ad accompagnare il Festival ci sarà la quinta edizione di Digital Life, piattaforma espositiva ideata e prodotta dalla Fondazione Romaeuropa, in cui si intrecciano arte contemporanea, innovazione tecnologica e ricerca sui new media. La Pelanda sarà il luogo che ospiterà la mostra, facendo entare gli spettatori dell’ambiente digitale digitale, in un mix di calcoli informatici e distorsioni grafiche che precipitano nel caos la routine dell’informazione e dell’interazione on line: estetica social-oriented, deflagrata, interrotta, destrutturata da fattori di disturbo sotterranei.
Così conclude Fabrizio Grifasi “La città, l’orizzonte internazionale, il valore delle opere degli artisti contemporanei, il rapporto con il pubblico sono da sempre i nostri punti di riferimento, e da questi ripartiamo con questa nuova avventura” dell’edizione 2014 del Romaeuropa Festival.